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Ossona, sotto le luci di Natale saettano i colpi di portico

Ad Ossona i portici non sono molti. A dire il vero non li si nota neppure, eppure sono riusciti a diventare una di quelle storie per cui si riesce a litigare fra ossonesi e a tenersi il muso per mesi, generando una ridda di voci che si rimpallano da una parte all’altra del paese con i relativi pettegolezzi.

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A causa dei portici, il paese si è diviso in pro e contro, ma la cosa più strana è che non si può parlare di una storia dei portici, ma bisogna parlare di “storie dei portici” perchè le motivazioni delle contrapposizioni che riguardano, in un modo o nell’altro, i portici sono diverse.
Per spiegare cosa succede ad Ossona dobbiamo spiegare, prima di tutto, cosa sono i portici. Stiamo parlando del palazzo d’angolo fra via Baracca e via Padre Giuliani e relativi portici, chiamati generalmente portici delle poste, dei due portici di piazza Litta, che sono chiamati popolarmente uno portici della tesoreria e l’altro portici del Lariano, e infine dei portici della casa a ponte, in via Patriotti.

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A questo punto, per non essere accusati del delitto di refuso, puntualizziamo ai non ossonesi che la via Patriotti si chiama così, con due T, da prima della II guerra mondiale. Non si tratta del cognome di qualcuno che ha meritato l’intitolazione di una via, ma è l’italianizzazione del sostantivo plurale milanese “patriot”, che al singolare fa “patriota”: vun patriota, tant patriot. Ai tempi, tradurre il milanese in italiano era semplice: si raddoppiava la consonante finale e si aggiungeva la vocale “i” se la parola era un plurale maschile e la vocale “e” se la parola era un plurale femminile. Quindi, via di Patriot diventò via Patriotti.

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Tornando a parlare dei nostri portici, dobbiamo notare una cosa: quelli di piazza Litta e quelli di via Patriotti hanno all’esterno anche il marciapiede, mentre quello di via Padre Giuliani non lo ha e finisce direttamente con il parcheggio. Chi ha una infarinatura di amministrazione pubblica ha già capito che vi è stata una differenza nelle convenzioni fra i costruttori e il Comune, nel momento in cui i palazzi sono stati costruiti.

Probabilmente, si penserà, i costruttori dei palazzi con i portici in piazza Litta e in via Patriotti hanno tenuto ad uso privato i portici, facendosi carico del pagamento della corrente elettrica per l’illuminazione, e delle spese di pulizia e manutenzione, permettendo l’accesso ai negozi, e ceduto al comune l’area standard per costruire i marciapiedi e i parcheggi. Invece, si pensa, il costruttore del palazzo con i portici delle Poste abbia preferito evitare di cedere spazi per la costruzione del marciapiede e abbia così ceduto al comune l’uso e la proprietà dei portici, oltre che del parcheggio di via padre Giuliani. In questo caso, si suppone, le spese della corrente elettrica per l’illuminazione del portico, e per la manutenzione del parcheggio e del portico stesso, siano a carico del Comune.

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Ad Ossona, invece, pare che le cose siano al contrario. Ci è giunta voce che, mentre i condomini del palazzo di via padre Giuliani (quello senza marciapiede) hanno la pulizia, l’illuminazione e la manutenzione dei portici fra le spese condominiali, così come succede per i condomini dei palazzi di via Patriotti, (che hanno comunque il marciapiede davanti), il Comune paghi l’illuminazione e la manutenzione dei portici della tesoreria, in piazza Litta, (che ha il marciapiede davanti).
La questione dei portici ha avuto grande risalto nel momento in cui sono state appese le luci comunali di Natale. Al buon osservatore, infatti, non è sfuggito che, mentre in piazza Litta le luci di Natale prendevano la corrente elettrica dal portico della Tesoreria, in via Padre Giuliani le luci di Natale iniziavano ad illuminare romanticamente la via partendo dalla fine del portico della posta, ed erano allacciate al lampione comunale. Ad Ossona, i buoni osservatori sono veramente tanti.

E’ difficile riuscire a capire il motivo di questa disparità di trattamento fra portici ossonesi; come si diceva, forse dipende dalle convenzioni firmate al momento della costruzione dei palazzi, ma la questione rischia di diventare una battaglia tutta ossonese in cui contendenti brandiscono i portici come un’arma contundente. Attenzione, quindi, a schivare i colpi di portico, perchè potrebbero fare male, specialmente all’ Amministrazione comunale.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

2 pensieri riguardo “Ossona, sotto le luci di Natale saettano i colpi di portico

  • l'illuminazione delle luci di natale arriva tutta dalla torre in piazza. E? vero che l'illuminazione dei portici del " bar tabacchi" è comunale in base alla convenzione stipulata a suo tempo ( quando è stato costruito) tra i costruttori e il comune

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