Cuggiono: mafia, legalità, politica e territorio
Come da programma si è svolto in villa Annone a Cuggiono l’incontro sul problema, sempre più stringente, della legalità nel nostro territorio, sempre più pervaso da infiltrazioni di mafia che spesso trova la connivenza politica anche in Lombardia.
Tra gli altri abbiamo avuto il piacere di ascoltare Alberto Nobili, Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Francesco Falzone siciliano tutto d’un pezzo già comandante dei carabinieri di Castano Primo e Massimo Brugnone attivista di “Ammazzateci Tutti“.
Ho trovato lacunosa l’esposizione di Nobili, che ha detto cose scontate, con una serie di significativi omissis che hanno comunque permesso agli altri oratori di completare il quadro.
Francesco Falzone ci racconta come l’ utilizzo della legge fascista sul confino, parzialmente mantenuta nel dopoguerra, ha permesso allo stato il trapianto degli uomini di mafia al nord sperando di renderli inoffensivi privandoli del loro substrato sociale ma, questi fecero da apripista per la mafia meridionale che si è così spartita in zone di influenza il territorio.
Ci dice poi che il secondo grande errore fu delle autorità politiche qualora cercarono di usare le mafie, come scorciatoia per mantenere il potere, ma, la mafia si fa si usare per poi presentare il conto che non si può non pagare. Falzone ci racconta come l’uomo di mafia imprenditore piacente ma senza scrupoli, si insinua come amico e quasi benefattore nell’economia del territorio locale, salvo poi applicare la propria politica animalesca, priva di scrupoli e sicuramente fuori da ogni legalità.
Ci da comunque una speranza, la mafia finirà perché umana, tutte le cose umane finiscono (da blogger mi permetto di dire che mi sembra un pò tirata per i capelli!) Secondo i nostri la risposta più concreta si da con una cultura della legalità, cominciando dalle scuole, raccontando di mafia, stigmatizzando i suoi comportamenti, infatti in una società in cui vi sia coesione, fiducia nelle istituzioni e rispetto delle regole, cominciando persino da gesti semplici ma di grande importanza come chiedere per esempio lo scontrino fiscale!
Aggiungo io , pur sembrando cosa piccola che forse non c’entra con mafia, legalità, politica e territorio, è verissima perché indice di uno schema mentale precostituito: io rispetto le regole, TUTTE e chiedo/pretendo che gli altri facciano lo stesso, altrimenti ESCLUDO. Lo facessimo tutti la mafia ha chiuso, perché come ci ricorda il Dott. Nobili la mafia attecchisce laddove ognuno cerca di fare il furbo, di “fregare” il proprio prossimo, raggirando le regole quindi dove non c’è il rispetto per gli altri ( e quindi per se stessi? N.D.GiuX).
Mi ha colpito la figura di Massimo Brugnone, giovane ragazzo così determinato nel’ opporsi alle Mafie, con idee ancora fresche e sincere. Egli (al pari degli altri) ci racconta come la mafia non sia solo un problema da “terroni”, ma sia anche un problema forte nel nord, laddove i lombardi si sono perfettamente allineati alla cultura mafiosa. Da tutti un appello alle istituzioni politiche e sociali a non trascurare il fenomeno, a combattere la mafia, per una politica di legalità nel territorio.
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Sai che sei molto simpatico con questo abbigliamento? sembri un po’ Mago Zurlì. E non pensavo che avresti avuto questi interessi, visto che ti occupi molto di bicicletta, ma che eri na persona abbastanza “seria”, l’avevo intuito nei colloqui con te.