Formigoni. In Regione Lombardia vince la Lega nord e si va al voto
Roberto Formigoni alla fine si arrende alle richieste delle Lega Nord e decide per elezioni anticipate in Regione Lombardia. La notizia è di poche ore fa: il presidente della giunta regionale ha deciso di ottemperare a tutte le richieste formulate dal documento presentato, sabato scorso, dal massimo organo decisionale leghista, il consiglio federale.
La vicenda che ha portato Formigoni alla scelta di anticipare di due anni il rinnnovo del parlamento regionale è molto lunga e complessa, con colpi di scena e bracci di ferro, costellata di messaggi su Facebook e su Twitter dei protagonisti, di comunicati stampa e di riprese video trasmesse su YouTube.
Tutto è iniziato con l’arresto di Domenico Zambetti, assessore alla casa, in quota PDL e appartenete alla formazione DCA, accusato di aver acquistato voti da dagli appartenenti della ‘ndrangheta. Quando la notizia è stata resa pubblica, La Lega Nord, nella persona del Segretario Nazionale Lombardo Matteo Salvini, ha comunicato che la Lega Nord non era disposta ad aver a che fare con la ‘ndragheta e ha chiesto l’azzeramento della giunta e la fine anticipata della legislatura regionale.
Formigoni ha risposto con molta resistenza e con frasi arroganti, togliendo le deleghe agli assessori leghisti. La Lega Nord ha però tenuto una linea dura, e tutti i consiglieri regionali leghisti hanno consegnato le loro dimissioni al segretario Matteo Salvini. Forte di qeuste dimissioni che, aggiunte a quelle della minoranze, avrebbero sciolto il consiglio regionale, il segretario federale della Lega nord Roberto Maroni si è presentato al segretario del Pdl Angelino Alfano e ha ottenuto che il presidente Formigoni ritirasse anche le deleghe degli altri assessori, azzerando così di fatto la giunta.
Il Segretario lombardo Salvini, intanto, ha continuato fare pressioni sul Presidente Formigoni perchè desse la dimissioni, per consentire le elezioni regionali al primo turno elettorale utile. Forse a causa di queste pressioni e forse anche a causa delle richieste venute da altri personaggi del suo partito, il presidente Formigoni ha lanciato una serie di messaggi su twitter.com, che sono terminati con l’accettazione della situazione; non dopo, però, aver minacciato più volte di far cadere, insieme alla sua amministrazione, anche quelle di Veneto e Piemonte, rette da maggioranze di coalizione Lega Nord – Pdl.
Intanto il consiglio Federale della Lega Nord, composto dai segretari nazionali della Lega Nord, fra cui Matteo Salvini per la Lombardia, Flavio Tosi per il Veneto e Roberto Cota per il Piemonte, ha emesso un comunicato stampa in cui chiedeva tre cose: l”approvazione del bilancio preventivo 2013 della regione Lombardia entro Natale 2012, l’approvazione di una legge elettorale regionale che elimini il listino bloccato, e la fine della legislatura regionale con elezioni ad aprile 2013, nello stesso giorno delle elezioni politiche.
Mentre le due prime proposte in due giorni sono state accolte, la terza è stata accolta solo in parte e il presidente Formigoni ha proposto di andare a votare per le elezioni regionali prima di aprile. Per comprendere a fondo il motivo di questi tira e molla, bisogna sapere che la Costituzione e lo Statuto della Regione Lombardia prevedono che, nel caso in cui il presidente della Regione si dimetta spontaneamente, l’amministrazione regionale è poi condotta dal vicepresidente, mentre nel caso in cui l’ amministrazione è sfiduciata mediante le dimissioni contemporanee della metà dei consiglieri regionali più uno, il Governo centrale italiano nomina un commissario a sua discrezione, che avrà il compito di guidare la Regione alle elezioni nel primo turno elettorale.
La compattezza del gruppo consigliare della lega Nord ha così permesso di giungere alla decisione, presa questa sera, ad una soluzione ragionevole della crisi lomparda. Contemporaneamente, in ogni partito sono iniziate le consultazioni per scegliere il proprio candidato alla presidenza della Regione Lombardia. ( fonte foto: twitter.com)
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